
I Comuni Italiani hanno da sempre affidato la riscossione delle proprie entrate patrimoniali e non patrimoniali a concessionari privati, il più delle volte organizzate sotto forme di società, con il preciso scopo di recuperare anche coattivamente quanto dovuto sul territorio comunale. Ed invero, particolare importanza hanno rivestito, in un passato non troppo lontano, le società di recupero per la riscossione dei debiti derivanti dal mancato pagamento dei tributi locali, delle contravvenzioni dovute a violazioni del Codice della Strada e da ultimo, degli oneri dovuti ai consorzi di bonifica.
Tuttavia, ben presto il sistema della riscossione privata ha mostrato le sue debolezze e invece di rimpinguare le casse dell'ente comunale le ha di fatto prosciugate. E proprio per ovviare a tale problematica la Legge di bilancio 2020 (L. n. 160/2019) ha profondamente riformato il sistema della riscossione privata che, con particolare riferimento alla riscossione dei tributi locali, ha visto il tramonto dell'ingiunzione di pagamento per lasciare posto all'avviso di accertamento esecutivo. Ma quali sono gli effetti sia sostanziali che processuali che si possono verificare in ipotesi di scadenza della concessione? Il presente elaborato darà atto degli orientamenti giurisprudenziali tanto amministrativi quanto di legittimità sul punto, ponendo l'attenzione alle novità più importanti introdotte in tema di riscossione dei tributi locali.
di Francesa Tommasei - Avvocato tributarista in Grottaglie (Ta)
L'esercizio di funzioni pubbliche in capo a soggetti
privati in ambito riscossivo è previsto dall'