
La cessione di azienda iscritta nel registro imprese porta con sé la cessione dell'eventuale credito fiscale, che può essere legittimamente preteso dal cessionario senza che sia necessaria alcuna notifica all'erario; il fisco, pertanto, non può invocare alcuna buona fede in quanto l'iscrizione costituisce strumento di pubblicità legale della cessione, la cui mancata conoscenza è recisamente incompatibile con ogni profilo di scusabilità. Per queste ragioni, la Sezione tributaria accoglie il ricorso di una società riconoscendo la spettanza del credito ceduto, dopo che entrambi i verdetti di merito si erano risolti favorevolmente al fisco.
Corte di Cassazione, Sentenza 31 marzo 2023 n. 9094
1. TPV C.s.r.l. chiese all'Amministrazione finanziaria il rimborso delle eccedenze Irpeg e Ilor relative ai periodi di imposta 1990 e 1991,...