
Non si può pretendere di affrontare la tematica della pregiudiziale tributaria, e quindi dei rapporti tra il giudizio penale e quello tributario, senza far accenno alla Legge 7 gennaio 1929, n. 4 ovverosia la cd. "Magna Charta" del diritto penale tributario. Grazie al legislatore del 1929 venne introdotta nell'ordinamento giuridico nostrano la "pregiudiziale tributaria" prevista dall'allora articolo 21, comma 4, L. 7 gennaio 1929, n. 4 che così recitava: "per i reati previsti dalle leggi sui tributi diretti l'azione penale ha corso dopo che l'accertamento dell'imposta e della relativa sovrimposta è divenuto definitivo a norma delle leggi regolanti tale materia". Nasceva così formalmente la pregiudiziale tributaria attraverso la quale il processo penale subiva una vera e propria battuta d'arresto fino a quando non si fosse concluso in modo definitivo il giudizio tributario.
Ci è voluto tanto tempo affinché l'accertamento dei reati fiscali in sede penale si sganciasse completamente da quello tributario, e tale affrancazione si è avuta solo grazie all'entrata in vigore della Legge 7 agosto 1982, n. 516 che ha avuto il pregio (o secondo alcuni il demerito) di introdurre in detta materia il sistema del cd. "doppio binario". L'evoluzione sia storica che normativa si è conclusa con la riforma degli anni 2000 che con l'articolo 20 della Legge 74/2000 ha sancito il definitivo tramonto della cd. "pregiudiziale tributaria".
di Francesca Tommasei - Avvocato tributarista in Grottaglie
Come si è avuto modo di anticipare con espresso riferimento ai reati fiscali i rapporti tra le due giurisdizioni è stato per lungo tempo disciplinato dalla Legge 14 gennaio 1929, n. 4...