La presentazione della dichiarazione dei redditi è un adempimento a cui sono chiamati i contribuenti ogni anno. L'obiettivo è quello di indicare volontariamente i redditi percepiti nel periodo di imposta e determinare la relativa tassazione. Se la dichiarazione dei redditi non viene presentata nei termini, si incorre nella fattispecie penalmente rilevante di omessa dichiarazione dei redditi, prevista e punita dal D.Lgs. n. 74/2000. Ed invero, la dichiarazione tributaria rappresenta un momento essenziale del procedimento di accertamento del tributo. Il mancato assolvimento dell'obbligo dichiarativo, infatti, non manifestando all'erario la capacità contributiva e non indicando l'ammontare delle imposte dovute, in relazione all'anno di imposta, integra quell'offesa al bene giuridico, oggetto di tutela penale che rende punibile il comportamento omissivo. Più nel dettaglio il reato di omessa dichiarazione è disciplinato dall'articolo 5, D.Lgs. n. 74/2000 così come riformulato dalla riforma del diritto penale-tributario ad opera del D.Lgs. n. 158/2015, e poi nuovamente integrato per mano del D.L. n. 124/2019 il quale ha previsto una pena nel massimo edittale pari ad anni cinque di reclusione e nel minimo una pena pari ad anni due di reclusione. Come è noto, il delitto in commento è volto a tutelare l'interesse all'integrale e tempestiva percezione dei tributi, oltre a quello della trasparenza fiscale.

Il presente contributo avrà cura di affrontare in quali casi la condotta omissiva - ovvero la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi - posta in essere dal professionista all'uopo delegato possa dirsi sussunta nell'ipotesi delittuosa di cui all'articolo 5 D.Lgs. n. 74/2000.