
La Suprema Corte di Cassazione con Ordinanza 21 ottobre 2021, n. 29487, di cui se ne condividono le motivazioni, interviene a fare chiarezza su una questione fortemente dibattuta tanto in dottrina in giurisprudenza.
La decisione del Supremo Concesso, di rilevante pregio giuridico, ha il merito di stabilire che in caso di sequestro dell'azienda disposto ai sensi degli artt. 2-ter, 2-sexies e 2-septies, L. n. 575/1965 al contribuente, il quale non viene privato della propria capacità processuale in pendenza di sequestro, spetta l'onere di ricorrere avverso gli avvisi di accertamento per imposizioni fiscali sorte prima dell'applicazione della misura reale.
Al contrario, spetta al custode giudiziario, quale ausiliario del giudice, il compito di proporre l'istanza di accertamento con adesione di cui all'art. 6, D.Lgs. n. 218/1997 avverso gli avvisi di accertamento notificati in capo al contribuente, rientrando tale incombente nell'attività di gestione ed amministrazione del complesso aziendale, comprensivo anche dell'attività di salvaguardia dell'integrità patrimoniale e reddituale, per il debito potenzialmente gravante sui beni amministrati, da tutelare nell'ambito dell'accordo negoziale di tipo pubblicistico, rappresentato dal procedimento con adesione.
di Francesca Tommasei - Avvocato tributarista in Grottaglie
Il soggetto contribuente destinatario di un provvedimento di sequestro dei beni, sequestro che può interessare anche l'azienda, non fa venir meno la legittimazione processuale del...