
Negli ultimi anni hanno destato particolare interesse le plurime pronunzie della giurisprudenza di legittimità che hanno attenzionato la posizione del consulente fiscale imputato in concorso nell'ambito dei reati penali tributari.
L'emersione della rilevanza della figura del professionista che assiste contabilmente il contribuente rileva sotto un duplice profilo. Il principale è la condotta posta in essere in concorso ex articolo 110 codice penale con il contribuente, che si realizza quando più persone concorrono nel medesimo reato, per cui ciascuna di esse soggiace alla pena per questo reato stabilita. In secundis, l'applicazione dell'aggravante specifica prevista dall'articolo 13-bis, comma 3, D.Lgs. n. 74/2000, in relazione all'iscrizione all'albo professionale, è una questione annessa che non è di poco conto se sol si consideri che le pena prevista è aumentata della metà, sicchè, se ne deduce che, ad esempio, essendo la pena prevista per il reato di cui all'articolo 2 cit. da un minimo quattro anni ad un massimo di otto anni, l'aumento della metà della pena che l'autorità giudiziaria stabilirà non è una circostanza da sottovalutare nel computo della pena finale che verrà comminata.
Tali profili verranno di seguito affrontati ed approfonditi singolarmente al fine di cercare di delineare il quadro generale di inquadramento della fattispecie e l'indirizzo della giurisprudenza di legittimità, soffermandosi sulle pronunzie rilevanti e recenti.
di Rebecca Amato - Avvocato tributarista
Una delle
fattispecie maggiormente ricorrenti e discusse nell'ambito dei
reati penali tributari è quella dell'imputazione per il reato di
frode fiscale