
Con l'interessante sentenza 13 gennaio 2022, n. 471 la Corte di Cassazione, sez. IV penale, affronta il tema della deducibilità dei costi relativi alle fatture soggettivamente inesistenti ai fini dell'integrazione delle soglie di punibilità previste dalla fattispecie di reato di Dichiarazione infedele, ex art. 4, D.Lgs. n. 74/2000. Secondo la prospettazione della Corte, invero, tali costi non possono ritenersi elementi passivi inesistenti ed anzi, laddove effettivamente sostenuti e ai soli fini del calcolo dell'evasione delle imposte sui redditi, dovranno essere presi in considerazione e computati.
Diverso ragionamento - secondo i giudici di legittimità - deve formularsi nel caso dell'IVA laddove la detraibilità deve inibirsi tanto nel caso le operazioni siano oggettivamente inesistenti, quanto nel caso lo siano "solo" soggettivamente.
di Margherita Brendolan - Avvocato tributarista in Verona
In via preliminare alla disamina oggetto del presente contributo, deve procedersi alla ricostruzione del caso fattuale che ha interessato la Corte di Cassazione, pronunciatasi con la sentenza in commento.
Per quel che si comprende da...