
Con riferimento alla deducibilità dei costi inseriti nelle fatture per operazioni inesistenti, la Suprema Corte, con la pronuncia 6 aprile 2022, n. 12920, ribadisce il principio secondo cui, nonostante sia normativamente previsto che -ai fini delle imposte sui redditi- il contribuente possa dedurre i costi e le spese sostenuti per i beni o i servizi acquistati non direttamente al fine di commettere il reato, bensì al fine di commercializzarli, tale deducibilità, in linea con quanto affermato anche dalla prassi della Amministrazione Finanziaria, rimane comunque subordinata all'accertamento dell'esistenza dei requisiti di effettività, inerenza, competenza, certezza, determinatezza o determinabilità previsti dal TUIR. Circostanza di cui, nel caso di specie, il contribuente -imputato, fra gli altri, del delitto di dichiarazione fraudolenta per l'uso di fatture soggettivamente inesistenti- non aveva dato prova.
di Margherita Brendolan - Avvocato tributarista in Verona
Con la sentenza 6 aprile 2022, n. 12920, la Suprema Corte è tornata ad occuparsi del tema relativo alla (in)deducibilità dei costi da reato.
Gli imputati erano stati tratti a giudizio in ragione della asserita commissione di alcuni reati...