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15 giugno 2022 N. 114 - Riscossione
Permanenza del sequestro preventivo finalizzato alla confisca e accordo con l'Erario

Nel sistema di repressione degli illeciti tributari particolare importanza rivestono le misure ablative del patrimonio dell'imputato. Tra queste senza dubbio maggiore interesse assume la tematica del sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca in caso di condanna.

La disciplina della confisca ha trovato la sua definitiva fonte normativa all'interno dell'art. 12-bis, D.Lgs n. 74/2000 per come modificato dall'art. 10, D.Lgs n. 158/2015. Tuttavia, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, qualora sia stato perfezionato un accordo tra il debitore e l'Amministrazione finanziaria per la rateizzazione del debito tributario, non può essere mantenuto sull'intero ammontare del profitto derivante dal mancato pagamento dell'imposta evasa, ma deve essere ridotto in misura corrispondente ai ratei versati, poiché, altrimenti, con il provvedimento finalizzato a sottrarre al debitore il godimento di un bene (ablazione) verrebbe a determinarsi una inammissibile duplicazione sanzionatoria, in contrasto con il principio secondo il quale l'ablazione definitiva di un bene non può mai essere superiore al vantaggio economico conseguito dal reato commesso. Sono queste le conclusioni a cui giunge la Suprema Corte di Cassazione con la Sentenza 14 marzo 2022, n. 8564.

di Francesca Tommasei - Avvocato tributarista in Grottaglie

L'OPERATIVITÀ DELLA CONFISCA

Come sopra anticipato l'importante tema della confisca è disciplinato dall'art. 12-bis, D.Lgs n. 74/2000 a mente del quale:

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