
Le non lontane vicende ed esperienze giudiziarie evidenziano, in modo marcato, il costante impiego di strumenti sofisticati e tecnologici per la ricerca della prova. Questi strumenti, diretti all'acquisizione di prove utili alle indagini in corso, sono utilizzati a disprezzo degli spazi della vita privata riconosciuti ad ogni cittadino. Tra essi vi sono le intercettazioni di comunicazioni e conversazioni: nonostante la evidente invadenza delle stesse in alterazione del diritto alla segretezza della corrispondenza e delle comunicazioni, diritto costituzionalmente garantito dall'articolo 15 della Costituzione, non si ha alcuna definizione di tale strumento d'indagine. La Corte di Cassazione lo ha definito come: “captazione ottenuta mediante strumenti tecnici di registrazione, del contenuto di una conversazione o di una comunicazione segreta in corso tra due o più persone, quando l'apprensione medesima è operata da parte di un soggetto che nasconde la sua presenza agli interlocutori”. Si tratta di un tema molto delicato in quanto, oltre a richiedere l'individuazione di un punto di equilibrio tra la difesa dei diritti fondamentali della persona e le esigenze investigative, richiede anche un adeguato e costante aggiornamento delle norme agli strumenti utilizzati per l'esercizio di tale modalità di ricerca ed acquisizione delle prove.
Sono normativamente regolate al Capo IV del